Palazzo Vitelli alla Cannoniera
Fatto erigere da Alessandro Vitelli tra il 1521 ed il 1545 in occasione del suo matrimonio con Angela Rossi di San Secondo parmense, deve il suo nome ad un'antica fonderia o deposito di cannoni che si trovava nelle immediate vicinanze. La ricca decorazione a graffito della facciata verso il giardino è opera di collaborazione di Vasari e Gherardi (detto il Doceno) al quale spetta anche la decorazione ad affresco di alcune stanze. Ad una stanza in particolare, lo studiolo, è legata una leggenda. Si narra infatti che l'amante di Alessandro Vitelli, donna Laura, usasse affacciarsi alla finestra dalla quale ancora oggi si possono vedere le antiche mura cittadine. Si dice che Laura, al passaggio di un bel giovane, lasciasse da qui cadere un fazzoletto, come scusa per farlo entrare nel palazzo. Dopo aver approfittato delle grazie del malcapitato, che subito accorreva al suo invito, lo pregava di uscire dalla porta segreta, posta nello studiolo, decorata come le pareti. Dietro la porta però non c'era via di uscita, ma un trabocchetto mortale. Questo splendido palazzo oggi è sede della Pinacoteca Comunale. E' uno dei cinque Palazzi che la famiglia Vitelli eresse a Città di Castello tra la fine del ‘400 e la seconda metà del ‘500. La facciata decorata a graffito si affaccia su un giardino che nel XVI secolo era famoso in Europa per la raccolta di piante esotiche. Fu fatto costruire tra il 1521 e il 1532 da Alessandro Vitelli e dalla consorte, Paola dei Rossi di San Secondo Parmense. Nel 1912 l’antiquario Elìa Volpi, già restauratore di Palazzo Davanzati a Firenze, lo restituì all’antico splendore e lo donò alla municipalità per farne sede della Pinacoteca Comunale.